Completamento del CENTRO SANITARIO "BEATO AMBROSOLI"





DATI ESSENZIALI


Titolo del progetto: Completamento CENTRO SANITARIO “Beato GIUSEPPE AMBROSOLI”

Settore al quale si indirizza: assistenza socio-sanitaria

Costo globale del progetto € 21.400

Responsabile del progetto: P. Marco Vailati




INFORMAZIONI SULLA MISSIONE O LUOGO DOVE SI REALIZZERÀ IL PROGETTO

Il Ciad, ex colonia francese, è divenuto indipendente nel 1960 e, dallaproclamazione della nascita della Repubblica del Ciad ad oggi, la storia della nazione africana è stata caratterizzata da governi autocratici e da
continue guerre. Nel 2021 è stato ucciso il presidente Idriss Deby Itno, generale che governava il Ciad da oltre 30 anni. Successivamente il potere è stato assunto dal figlio Mahamat Deby alla guida di una giunta militare di transizione con l’impegno di garantire elezioni entro 18 mesi. Le elezioni si sono tenute solo il 6 maggio di quest’anno, in seguito ad un periodo di forte tensione interna in cui è stato ucciso il principale oppositore, Yaya Dillo, ed alcuni membri del suo entourage. Lo scontato risultato elettorale ha confermato alla guida del paese con oltre il 61% dei voi, Mahamat Deby. Il Ciad è rimasto l’ultimo paese dell’Africa Sahariana a gravitare tuttora nell’orbita francese.
Il Paese è uno dei più poveri al mondo: 183° Paese su 187 nell’Indice di sviluppo umano, l'80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, il 9% ha accesso ai servizi sanitari adeguati, solo il 48% usufruisce di acqua potabile, l’analfabetismo va oltre il 50%, la speranza di vita supera a fatica i 53 anni e il tasso di mortalità infantile è tra i più alti del pianeta. Il Ciad è cerniera tra il nord Africa e l’Africa Sub-sahariana.
Nonostante il sottosuolo del Ciad è fra i più ricchi dell’Africa grazie ai giacimenti di petrolio, oro e uranio, è uno tra i più poveri del mondo. L’economia è principalmente un’economia di sussistenza e le famiglie vivono di agricoltura e pastorizia, con i conseguenti interminabili conflitti tra allevatori e agricoltori. La presenza di risorse naturali porta giovamento solo ad una ristretta élite: uomini di affari, multinazionali, politici e le loro famiglie In questo contesto, a maggioranza musulmana, la presenza della Chiesa cattolica è la più giovane dell’Africa ed è concentrata principalmente a Sud. La prima evangelizzazione è arrivata nel 1926. Questo ritardo nell’evangelizzazione e nello sviluppo spinge la Chiesa ad un impegno più qualificato nel campo del dialogo con il mondo islamico, mentre la realtà quotidiana di ingiustizia e violenza è un richiamo per un maggior impegno nel campo della giustizia e della pace.
Noi missionari comboniani abbiamo diverse missioni situate a Sud del Ciad, nell’est del paese, al confine con il Darfur, ai margini del deserto, gestiamo la parrocchia di Abéché con un’estensione territoriale di oltre 900 km.
Nella Capitale N’djamena, oltre alla casa provinciale, gestiamo una parrocchia (Sao) e da poco abbiamo assunto la gestione dei cristiani di una zona molto periferica di N’djamena a Kilwiti.
A Kilwiti, con l’aiuto di molti benefattori, abbiamo costruito un centro sanitario di prima assistenza che garantisce un primo accesso all’assistenza sanitaria soprattutto alle mamme ed ai bambini. L’accesso ai servizi sanitari è particolarmente difficile durante la stagione delle piogge che rende le strade impraticabili.

a) Zona geografica
La Capitale, N’djamena, con oltre 2 milioni di abitanti è situata ad est nel centro del Ciad. Ha un clima Saheliano con una stagione delle piogge molto breve e delle temperature molto elevate che superano i 40 gradi. Il cambiamento climatico in atto quest’anno ha fatto raggiungere picchi di temperature superiori ai 47/48 gradi rendendo di fatto difficile qualsiasi attività durante le ore più calde.

b) Contesto ambientale
I problemi ambientali sono dovuti all'inquinamento dovuto ai rifiuti scaricati nelle strade, soprattutto all'interno dei quartieri. Il taglio abusivo degli alberi negli ultimi anni ha innescato un processo di desertificazione della città. All'interno dei quartieri, soprattutto a Kilwiti, la situazione è ancora molto preoccupante per via delle strade non segnalate, del fango scivoloso e delle grandi pozzanghere di acqua stagnante durante la stagione delle piogge. Durante le piogge l'accesso alla zona è possibile solo con mezzi a due ruote, carretti e a piedi, ma con difficoltà. Tale difficoltà è attualmente aumentata a causa di una trincea scavata dal governo che separa il quartiere dal Centro.

c) Contesto sociale
Il quartiere è abitato principalmente da agricoltori, allevatori di piccoli ruminanti, pescatori (nel lago Ciad e nel vicino fiume Chari) e manovali. La maggior parte delle famiglie sono povere.
Molte case sono costruite in terra battuta e il tetto è in lamiera. Queste famiglie vivono grazie al piccolo mestiere svolto dalle donne o con eventuale lavoro svolto dagli uomini. È un insediamento di recente espansione con molte persone provenienti dal sud venuti in città alla ricerca di condizioni di vita migliori.

d) Situazione delle donne
Nella capitale N'Djamena la situazione delle donne è più avanzata che nelle campagne. Ci sono donne imprenditrici (ristoratrice, grandi commercianti, funzionari pubblici, insegnanti, politici, ecc.) e donne coinvolte nei movimenti della società civile. La maggior parte delle donne, tuttavia, rimane in casa e riesce col piccolo commercio a sfamare i propri figli. C'è anche chi subisce ancora gli effetti della tradizione (mutilazioni genitali femminili, poligamia) C'è un massiccio afflusso di ragazze in età scolare dal sud verso la capitale in cerca di lavoro. Soprattutto, sono impiegate nelle famiglie benestanti musulmane
dove lavorano in condizioni miserabili Qui nella Zona Pastorale, cerchiamo di dare alle donne un posto sempre più importante mettendole negli organi decisionali in completa uguaglianza con gli uomini (Consiglio di Zona, comitato di gestione, coordinamento della pastorale, servizi e movimenti, comunità).

e) Quadro economico
Qui in Ciad il salario minimo previsto dalla Legge è di 60.000 FCFA (circa € 90,00).
Gran parte di chi vive nel quartiere di Kilwiti non ha un lavoro fisso, vivendo di agricoltura ed allevamento. La disoccupazione colpisce in particolare i giovani che non hanno opportunità di trovare un lavoro dignitoso e stabile.

f) Lo stato dei servizi di base
N’djamena è una città che è cresciuta molto negli ultimi anni a causa dell'esodo rurale. L'accesso all'istruzione e alla salute è assicurato dall'esistenza di scuole pubbliche e ospedali, ma il fallimento di questi servizi fondamentali è grande, principalmente a causa dell'assenteismo dei dipendenti pubblici, della corruzione e della cattiva gestione dei beni pubblici. N’djamena dispone di un servizio idrico ed elettrico che copre alcuni quartieri del centro città e delle periferie. Alcuni distretti periferici come Kilwiti non hanno accesso all'acqua potabile e all'elettricità. Questi servizi sono forniti da pozzi e alcuni rari pannelli solari. Anche nei luoghi in cui sono presenti questi servizi, le interruzioni di corrente sono costanti, soprattutto nella stagione calda. La principale preoccupazione è la mancanza di un sistema igienico-sanitario decente. Molti quartieri periferici non dispongono di un sistema di drenaggio dell'acqua. Non è raro trovare fognature a cielo aperto e discariche e rifiuti ovunque generando problemi per la salute.




ANALISI DEI PROBLEMI DA RISOLVERE

a) Il problema principale
Il problema principale è quello della mancanza di un centro sanitario che si occupi dei bambini.

b) Causa del problema
La totale assenza dello Stato nei quartieri periferici dove non sono state previste infrastrutture e soprattutto strutture sanitarie.

c) Effetti sulla popolazione
Quando si ammalano i bambini, i genitori devono percorrere oltre 5 km a piedi o in moto per arrivare al centro sanitario più prossimo e capita che non arrivino in tempo per essere curati.




ANALISI DELLA SOLUZIONE

Con l’aiuto dei benefattori noi comboniani abbiamo costruito un Centro Sanitario che abbiamo intitolato al nostro confratello medico, da poco beatificato in Uganda, padre Giuseppe Ambrosoli rendendolo sicuro con la costruzione di un muro per garantire oltre che la sicurezza, anche la privacy di chi accede al centro.
Ora si tratta di adeguare la struttura per renderla autonoma dal punto di vista idrico ed elettrico.
Infatti nel quartiere non c’è una rete di acqua potabile e l’energia elettrica della rete pubblica è incostante e manca per giornate intere e viene fornita solo per poche ore al mese.
In un Centro Sanitario acqua pulita ed energia elettrica sono fondamentali per garantire un servizio dignitoso della persona.




COSTI

Il costo è di € 21.400,00 così dettagliati:

 
  FCFA EURO
Pozzo e cisterna d’acqua 7.500.000 € 11.500,00
Pannelli solari 5.000.000 € 7.600,00
Generatore 1.500.000 € 2.300,00
TOTALE 14.000.000 € 21.400,00

                                          


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